ubriaco

No non ci credo che gli ha dato dell’abbronzato…

Io mi rifiuto di linkare video e notizie…è semplicemente schifoso. Di pessimo gusto.

Mi vergogno. Non ho parole. E’ la sua peggiore caduta di stile.

La politica internazionale non è un’osteria piena di ubriachi.

UPDATE DI STILE

MOSCA – “Perche’ c’e’ qualcuno che ha obiettato? Uno puo’ sempre prendere la laurea del coglione quando vuole. Se uno vuole prendere una laurea pubblica ogni occasione e’ buona”. Cosi’ Silvio Berlusconi ha risposto a chi gli ha ricordato le critiche del Pd sull’affermazione fatta nei riguardi di Barack Obama. (Agr)


link utile

Il Pd italiano festeggia. Sembrano quei tizi che si vedono nei telegiornali, che stappano lo spumante dopo che è uscito il sei al superenalotto: cantano e ballano, ma non hanno vinto un cazzo.

Anche Veltroni ha fiutato il cambiamento del clima politico. Si è iscritto a un solarium.

da www.spinoza.it

They are changing…noi chissà quando…

Qualche immagine del nostro provincialismo durante le dirette elettorali:

Veltroni Walter che fa notare a tutti che Bush è stato nascosto in tutta la campagna elettorale perchè vicino a lui McCain rischiava di perdere altri voti. Mentana che gli ricorda che anche lui (Veltroni) durante la sua campagna elettorale ha fatto rinchiudere Prodi a casa per paura di perdere le elezioni.

La Russa Ignazio che quasi quasi si scopre in tarda serata un Obamiano innato e litiga con la Melandri a Porta a Porta perche quest’ultima gli fa notare che è ridicolo.

Rossella Carlo che alle prime avvisaglie della valanga democratica già annuncia i primi ricorsi legali di McCain con una sprezzante sicumera e una discreta arroganza. Pochi minuti dopo è stato seppellito di voti democratici.

Vespa Bruno che lancia un servizio sulle similitudini tra Obama e Berlusconi. E il servizio non l’ha scritto Sandro Bondi. La notizia è questa.

UPDATE MATTUTTINO

Gasparri Maurizio dice quello che pensa. E si dimostra come sempre un politico di razza.

l’editoriale del boss

“Parla, Santapaola!”, “Zitto tu, Fava!”
di Riccardo Orioles, da “la catena di s. libero” n. 372 – 13 ottobre 2008 n. 371
“Io, Vincenzo Santapaola, vi dico…”. Uno degli ultimi contenuti de “La Sicilia” di Catania, sotto forma di lettera, ma senza alcun intervento redazionale, è un vero e proprio editoriale di un boss mafioso. Contemporaneamente, e da oltre un anno, Ciancio vieta ai suoi cronisti di pubblicare dichiarazioni e notizie su Claudio Fava. Un episodio gravissimo, che segna un punto di non-ritorno. E la Magistratura? Ponzio. E l’Ordine dei Giornalisti? Pilato. Il gravissimo episodio di Catania – un esponente mafioso che usa il giornale di Ciancio per mandare i suoi messaggi – non ha suscitato le risposte istituzionali che sarebbero state prontamente date in ogni altra città.
1) La Procura di Catania, che da poco ha sequestrato per inadempienze burocratiche un povero foglio locale (“Catania Possibile”) di denuncia, non ha ritenuto di intervenire sul ricco e potente quotidiano che ha favoreggiato di fatto il clan Santapaola.
2) L’Ordine dei Giornalisti non ha incredibilmente preso alcun provvedimento disciplinare – e quando , allora? – nei confronti del favoreggiatore.
3) L’Associazione siciliana della Stampa, che non è mai intervenuta in difesa di nessuno degli otto giornalisti siciliani trucidati dai Santapaola e dagli altri mafiosi, non ha avuto il coraggio di prendere adeguatamente posizione.
4) Il CdR de La Sicilia non ha denunciato né ha contestato (com’era suo preciso dovere) l’operato del direttore. Non se n’è dissociato, nemmeno con tempestive dimissioni, neanche il vicedirettore, che evidentemente giudica incidente veniale la presenza di un Santapaola nel suo giornale.
5) Le forze politiche locali hanno reagito con estrema fiacchezza all’episodio gravissimo, che ufficializza la contiguità fra poteri e mafia (già vista in numerosi episodi: caso Avola, censura dei necrologi Montana e Fava, scuse al boss Ercolano, ecc.) nel campo dell’informazione.
Non è affatto una vicenda catanese. E’ nazionale. E’ l’esempio più estremo, ma che non resterà insuperato, della catastrofe etica dell’informazione italiana. Saviano, parlando di giornali collusi, ha avuto torto solo nel limitare i suoi esempi alla Campania. Facciamo appello ai siti liberi locali, ai giovani che li animano con tanta passione, a non lasciare impunita questa vergogna. A reagire apertamente e duramente, e soprattutto tutti insieme. Avremo nelle prossime settimane (l’inizio del laboratorio di giornalismo) e nel prossimo mese (“Sbavaglio” numero tre) tempo e luogo per esaminare partitamente lo stato dell’informazione a Catania e in Sicilia, e per proporre i rimedi. Ma adesso quello che è urgente è la ripulsa istintiva, etica, morale, nei confronti di quel “giornalismo” che insulta gli Alfano, le Cutuli, i Mario Francese, i Giuseppe Fava. Esprimiamo la nostra fraterna solidarietà a Claudio Fava, che i mafiosi intendevano uccidere, per la sua attività di giornalista libero, nello stesso luogo in cui avevano già ucciso suo padre; e nonostante questo, o forse proprio per questo, il suo nome oggi è tabù sullo stesso giornale che pubblica i comunicati dei Santapaola. Faccio appello infine, personalmente e da vecchio giornalista che mai avrebbe immaginato un tale degrado della professione, ai colleghi Lorenzo Del Boca e Roberto Natale, Presidenti Nazionali del nostro Ordine e del Sindacato:. Intervenite con tutti i vostri poteri su Catania! Difendete la nostra professione! Non lasciate soli i giovani che, con immensa generosità e a dispetto di tutto, qui impegnano le loro vite a fare un giornalismo di cui non vi dobbiate vergognare.

L’onda lunga o l’onda corta?

Sia chiaro: non avessi un piede rotto sarei stato al corteo a gridare che non è tagliando in maniera indiscriminata che si risolve la questione della scuola e dell’università. I soldi per l’istruzione non si toccano. Mai. Semmai si razionalizza lo spreco e si aumentano le risorse. Tre quarti degli stronzi che parlano di Scuola in Tv non ci mettono piede da decenni.

Sia chiara pure un’altra cosa però. Che riforme, controriforme e relative proteste e occupazioni e autogestioni e studenti in piazza in questi anni ne ho viste tante, troppe. E troppo blanda la protesta è stata quando al governo c’erano Prodi e la sua banda, perchè nei fatti a sinistra di mecenati della cultura e dell’istruzione saranno trent’anni che non se ne vedono.

E allora, ormai che la riforma è legge, aspetto che passi il furore e l’eccitazione di questi giorni. Con le piazze piene e i lunghi cortei è facile gonfiarsi il petto. Aspetto l’onda fra una decina di giorni, un mese. Quando la televisione avrà cambiato pollo da spennare e l’eccitazione neo-rivoluzionaria sarà passata. Quando i problemi veri resteranno e ne emergeranno di nuovi e quando questo autoproclamatosi nuovo movimento studentesco si troverà di fronte ad una scelta: inabissarsi e magari guadagnare una voce all’interno di un partito o continuare contro tutto e tutti a denunciare la vergogna della distruzione dell’istruzione pubblica italiana.

E appena mi rimetto, se nel frattempo non sarà tutto un ricordo…sarò anch’io parte dell’onda.

vignetta dal mitico:  maurobiani.splinder.com

“sono il responsabile dell’area tecnica”…ma va a cag…

Non so a quale piano commerciale risponda…

Ma essere trattato male al telefono, resistere ai tentativi di essere ingannato. Essere quasi insultato, essere accusato di malafede…non credo sia molto strategico se devi convincere qualcuno a cambiare operatore telefonico.

Il risultato è quello di farti sentire un’irrazionale e istintiva simpatia per la Telecom, che è dire tutto.

Consiglio ai dirigenti di Infostrada: pagate di più e fate lavorare meno gli operatori dei call-center. E se capita loro di parlare con qualcuno che non è un deficiente e che è abbastanza informato fei fatti, bene, dite loro che gentilmente si può anche rinunciare a quella telefonata

tanto per capire quanto è all’avanguardia l’ordine dei giornalisti…

Roma, 22:13

GIORNALISTI: ORDINE, PROVA SCRITTA CON PC

UNA SVOLTA

Una svolta storica: oggi, per la prova scritta all’esame di idoneita’ della professione di giornalismo, via la macchina da scrivere e avanti con il pc per i 197 candidati. Lo si legge in un comunicato dell’Ordine dei Giornalisti che precisa: “La prova vera e propria ha avuto inizio intorno alle ore 12.00, dopo che sono stati collaudati e predisposti tutti i pc, installando il sistema che ne cancellava temporaneamente la memoria”. Quella di oggi e’ dunque “una svolta”, si legge nella nota dell’Ordine, per tutti coloro che “emozionatissimi” hanno affrontato la nuova prova. “L’utilizzo delle funzioni tipiche del computer, copia ed incolla, taglia, la possibilita’ di cancellare, tornare indietro e modificare, hanno reso piu’ facile la prova”, hanno detto i ragazzi all’uscita. “Inoltre l’assenza del rumore assordante dei tasti della macchina da scrivere ha consentito una maggiore concentrazione sul lavoro da svolgere”. Soddisfatti il presidente Lorenzo Del Boca ed il segretario Enzo Iacopino, che non hanno mai lasciato la Sala Esperanza dell’Ergife. “C’e’ stato un silenzio… assordante rispetto al rumoraccio della Lettera 22 a cui eravamo abituati – ha detto Vincenzo Lucrezi, segretario della commissione esaminatrice. “Questo nuovo modo di scrivere ci ha lasciati soddisfatti e anche molto piu’ rilassati – ha aggiunto – e credo che lo stesso valga anche per i candidati”.

c’è grossa crisi

Catania sta morendo lentamente. E nonostante da buon acese dovrei perlomeno ridacchiare per campanilismo sotto i baffi questa situazione fa un pò incazzare. Volenti o nolenti Catania è per me e i miei amici la città che ci ha fatto studiare, la città in cui speriamo di trovare un lavoro, la città che per vita e attrattive culturali non ha paragone in tutto il Sud Italia. Catania ha incantato migliaia di studenti e visitatori per quanto è stata viva ed effervescente, per la sua vita notturna, i club, i teatri e gli spettacoli. Soltanto 15 anni fa sarebbe stato impensabile ritrovarsela adesso al buio per intere zone della città. Morta dentro perchè ormai senza speranza. Con una rabbia montante furiosa quanto cieca, miope fino alla nausea per quella abitudine tutta siciliana di subire e lamentarsi come se il destino non avesse un nome e un cognome e non fosse sotto i nostri occhi con tutte le sue responsabilità. Catania è ad un bivio, può risvegliarsi ed indirizzare la sua rabbia o può polverizzarsi in un instante sotto il peso dei debiti. E in tutto questo la cosa che fa più rabbia e che la sinistra democratica, non riesce a catalizzare interesse e passione civile. Ammorbata dalle discussioni sui leader, sui programmi e gli indirizzi non riesce nel suo compito essenziale, nella sua ragione stessa di esistere.Verrebbe quasi da pensare che ce lo meritiamo questo disastro.

la doppia morale olimpica

Bush che lancia appelli sui diritti umani e denuncia le discriminazioni in Cina…quanti utilizzeranno le Olimpiadi per rifarsi una verginità?

I nostri esponenti del governo che fanno gli indignati e pensano di imporre simboliche proteste a turbare i Giochi…chi ha mai pensato di imporre un solo imprenditore a non investire denaro in paesi che non rispettano i diritti umani?

Tra gli indignati di oggi c’è qualcuno che ricorda il fiorente scambio commerciale di armi tra la Cina e l’Italia.

I fucili che sparano sul Tibet sono anche i nostri.

Con la destra spariamo e con la sinistra siamo solidali,civili e umani.

Lasciamo in pace i Giochi. La storia farà il suo corso, alla coscienza dei singoli l’opportunità di protestare.

Non abbiamo bisogno di questa doppia morale, falsa e opportunista.